lunedì 5 gennaio 2009

Il bar del silenzio:Milano

Qualche giorno fa ascoltando il telegiornale su Italia 1 ho sentito un servizio molto curioso: due giovani cinesi hanno aperto in centro a Milano il "bar del silenzio".

Questo bar è frequentato sopprattutto da persone sordomute e quindi tutti comunicano mediante i gesti.

I due giovani gestori del bar hanno detto di avere imparato con maggior facilità i gesti per comunicare con le persone non udenti rispetto alla lingua italiana.

Sono state suggestive alcune rapide scene che sono apparse nel servizio dove una persona udente ha spiegato di apprezzare questo bar come luogo di aggregazione e crescita personale.

Alcune persone non udenti hanno poi fatto gli auguri di buon anno in Lis oppure mandato un messaggio a coloro che da casa gli avrebbe visti. Inoltre un anziano signore di passaggio per un caffè ha voluto "cimentarsi" in alcune conversazioni con i segni...imparando con molto entusiasmo a dire "cappuccino"...

Vi propongo di seguito un piccolo articolo tratto da il Giornale che parli di tale iniziativa:

In via Boscovich il ritrovo del popolo dei silenziosi. Si gioca a carte e si comunica con la lingua dei segni.

...Per richiedere un caffè si mima il gesto di avvicinare la tazzina alla bocca. Braccia alzare vicino alle orecchie – come a dire – significano “cappuccino”. Il “marocchino” è una via di mezzo. Gomiti, polsi, dita. Tutto il mezzo busto aiuta a esprimersi in “Lis”, la lingua dei segni. C’è un bar all’angolo fra via Boscovich e via Settembrini dove ogni giorno si ritrovano i sordomuti.
Il locale è spazioso, con tanti tavolini, è aperto a tutti, ma dalle quattro del pomeriggio in poi è il ritrovo preferito dei clienti silenziosi. Dai 20 ai 60 anni. Giocano a carte, leggono, organizzano happy hour e gite.
Da un paio d’anni il locale è gestito da una coppia di cinesi, Jin, lui e Jian Nu, lei. La giovane cameriera che li aiuta è Dan Dan. Tutti e tre capiscono benissimo la lingua dei segni. “Sono clienti abituali, li conosciamo e frequentandoli abbiamo imparato anche noi il significato dei loro gesti “ racconta Dan Dan. C’è chi si esprime anche a voce, come Gianluca, studente, frequenta Lettere alla Statale: “Non parlo benissimo ma me la cavo, i sordi non sono tutti uguali. Io ad esempio ho imparato la lis da grande, a diciotto anni, per trovarmi meglio con gli amici. Per capire chi parla leggiamo i movimenti delle labbra, per noi è quasi naturale”.
La lingua dei gesti si impara subito, ci spiega la fidanzata Martina, anche lei studentessa e sordomuta. “Noi stiamo attenti agli sguardi, alla mimica della faccia, per noi il corpo è parola” [...]

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