mercoledì 28 gennaio 2009
Meravigliose iniziative (II parte)
Meravigliose iniziative (I parte)
Alla fine di tale percorso verrà realizzato anche uno spettacolo.
martedì 27 gennaio 2009
Piccola storiella molto significativa:
Mauro proveniva da una buona famiglia,con genitori amorevoli, due fratelli e una sorella,che avevano successo nella vita scolastica e sociale.Vivevano in un bel quartiere,e Mauro aveva tutto quello che un ragazzino può desiderare. Ma alle elementari, Mauro fu subito etichettato come soggetto «speciale».Nelle medie era il «disadattato piantagrane».Alle scuole superiori cominciò a inanellare espulsioni e voti disastrosi.Una domenica, un insegnante incrociò la famiglia e disse:«Mauro sta facendo molto bene in questo periodo.Siamo molto soddisfatti di lui». «Forse ci state confondendo con un'altra famiglia...», disse il padre.«Il nostro Mauro non ne azzecca mai una.Siamo molto imbarazzati, e non sappiamo capire perché!».Mentre l'insegnante se ne andava, la madre osservò: «Però, a pensarci bene, Mauro non si è cacciato nei guai nell'ultimo mese.Inoltre è sempre andato a scuola presto,e si è sempre fermato più del necessario. Che cosa starà succedendo?».Alla consegna della prima pagella, i genitori di Mauro si aspettavano voti bassi e note insoddisfacenti sul comportamento.Invece sulla pagella c'erano voti più che sufficienti,e una menzione speciale in condotta.Mamma e papà erano sconcertati.«A chi ti sei seduto vicino, per avere questi voti?», chiese papà con sarcasmo.«Ho fatto tutto da solo», rispose umilmente Mauro.Perplessi e non completamente convinti,i genitori di Mauro lo riportarono a scuola per parlare con il preside. Egli assicurò loro che Mauro stava andando molto bene.«Abbiamo una nuova insegnante di sostegno,e sembra che lei abbia una particolare influenza su Mauro», disse.«Penso che dovreste conoscerla».Quando il trio si avvicinò, la donna aveva il capo abbassato.Le ci volle un istante per accorgersi che aveva visite. Quando lo capì, si alzò in piedi e iniziò a gesticolare con le mani.«Cos'è questo?», chiese indignato il padre di Mauro.«Linguaggio dei segni? Questa donna è sordomuta!».«Ecco perché è così straordinaria!», disse Mauro, mettendosi in mezzo.«Lei fa molto di più, papà. Lei sa ascoltare!».
Si possono scambiare tante parole e tanti messaggini con molte persone, e sentirsi profondamente soli. Se non c'è nessuno che ti "ascolta veramente",a che servono tante parole?
martedì 20 gennaio 2009
Il corpo parla … anche quando dormiamo
lunedì 12 gennaio 2009
Essere educatori: una sfida continua
Solo una cosa vorrei aggiungere: Prendiamo per mano il nostro educando (bambino,adulto,anziano,tossicodipendente ecc...) e CAMMINIAMO CON LUI!!!!
mercoledì 7 gennaio 2009
Il colore del silenzio
L'idea di tale progetto nasce dagli stessi bambini di quella scuola, i quali dopo aver visto dei bambini sordi giocare in un parco e segnare fra loro, hanno espresso ai genitori il desiderio di imparare quella "strana" lingua fatta con le mani.
E' cosi che quattordici bambini udenti hanno seguito per un'ora alla settimana un corso di lezioni di LIS tenute da un docente sordo dalla prima alla quinta elementare.
Durante il corso, l'insegnante ha utilizzato unicamente la modalità gestuale, senza alcun supporto vocale.
I bambini hanno imparato la LIS attraverso il gioco, le favole, la drammatizzazione di azioni della vita quotidiana, la rappresentazione teatrale. Alla fine di ogni anno scolastico sono state messe in scena nel teatro scolastico recite in segni su alcune favole, di fronte ad un pubblico di genitori e insegnanti.
lunedì 5 gennaio 2009
Il bar del silenzio:Milano
Questo bar è frequentato sopprattutto da persone sordomute e quindi tutti comunicano mediante i gesti.
I due giovani gestori del bar hanno detto di avere imparato con maggior facilità i gesti per comunicare con le persone non udenti rispetto alla lingua italiana.
Sono state suggestive alcune rapide scene che sono apparse nel servizio dove una persona udente ha spiegato di apprezzare questo bar come luogo di aggregazione e crescita personale.
Alcune persone non udenti hanno poi fatto gli auguri di buon anno in Lis oppure mandato un messaggio a coloro che da casa gli avrebbe visti. Inoltre un anziano signore di passaggio per un caffè ha voluto "cimentarsi" in alcune conversazioni con i segni...imparando con molto entusiasmo a dire "cappuccino"...
Vi propongo di seguito un piccolo articolo tratto da il Giornale che parli di tale iniziativa:
In via Boscovich il ritrovo del popolo dei silenziosi. Si gioca a carte e si comunica con la lingua dei segni.
...Per richiedere un caffè si mima il gesto di avvicinare la tazzina alla bocca. Braccia alzare vicino alle orecchie – come a dire – significano “cappuccino”. Il “marocchino” è una via di mezzo. Gomiti, polsi, dita. Tutto il mezzo busto aiuta a esprimersi in “Lis”, la lingua dei segni. C’è un bar all’angolo fra via Boscovich e via Settembrini dove ogni giorno si ritrovano i sordomuti.
Il locale è spazioso, con tanti tavolini, è aperto a tutti, ma dalle quattro del pomeriggio in poi è il ritrovo preferito dei clienti silenziosi. Dai 20 ai 60 anni. Giocano a carte, leggono, organizzano happy hour e gite.
Da un paio d’anni il locale è gestito da una coppia di cinesi, Jin, lui e Jian Nu, lei. La giovane cameriera che li aiuta è Dan Dan. Tutti e tre capiscono benissimo la lingua dei segni. “Sono clienti abituali, li conosciamo e frequentandoli abbiamo imparato anche noi il significato dei loro gesti “ racconta Dan Dan. C’è chi si esprime anche a voce, come Gianluca, studente, frequenta Lettere alla Statale: “Non parlo benissimo ma me la cavo, i sordi non sono tutti uguali. Io ad esempio ho imparato la lis da grande, a diciotto anni, per trovarmi meglio con gli amici. Per capire chi parla leggiamo i movimenti delle labbra, per noi è quasi naturale”.
La lingua dei gesti si impara subito, ci spiega la fidanzata Martina, anche lei studentessa e sordomuta. “Noi stiamo attenti agli sguardi, alla mimica della faccia, per noi il corpo è parola” [...]
domenica 4 gennaio 2009
Le vie segrete del linguaggio non verbale
quanto ci si possa immaginare”, e ne ha classificati 18 tipi diversi, quasi tutti falsi. Uno dei più comuni in ambito lavorativo è quello che i superiori spessousano per rifiutare un’idea o per criticare un dipendente.
I neonati reagiscono al linguaggio del corpo: un bambino avverte la tensione dal modo in cui la madre lo tiene in braccio e incomincia a piangere.
Se la madre è tranquilla, anche il piccolo si calmerà.
I genitori attraverso l’osservazione attenta possono imparare a capire i messaggi non verbali dei figli quando sono arrabbiati, come sfogano la tensione e come reagiscono allo stress.
Per imparare ad usare il linguaggio del corpo e comunicare con più efficacia serve sintonizzarsi sul modo personale in cui durante il giorno si parla, si gesticola e si muove. C’è chi arrotola con le dita i capelli e chi gioca con la penna. Se si impara a controllare queste abitudini, si riesce a comunicare le proprie sensazioni con le parole.
Quando ci si sente bene con se stessi, si vede.