lunedì 12 gennaio 2009

Essere educatori: una sfida continua

Dopo aver a lungo parlato in questo blog delle persone sordomute, accennato alle persone non udenti, portato l’ esempio di un bambino con difficoltà e molte altre tematiche… mi chiedo: come futura educatrice che cosa posso fare,in prima persona, per integrare in modo proficuo queste persone nella società? Come educarle al meglio?

Come più volte si ripete nei corsi che sto seguendo l’educazione è esposta a molti rischi. Educare credo sia qualcosa di molto complesso, è una SFIDA che coinvolge educatore ed educando. Una sfida molto molto difficile che probabilmente “si complica” ma allo stesso tempo è più "coinvolgente" nel momento in cui mi devo confrontare con persone che hanno maggiori difficoltà, magari perchè disabili,tossicodipendenti oppure con alle spalle una situazione di vita molto delicata e complessa.

Come educatrice, oltre che persona,mi interrogo su quale sia il modo migliore per riuscire a rendere il mio educando in grado di essere autosufficiente, in grado di superare tutti gli ostacoli che potrebbe incontrare e molto altro.

Credo che anche la vita sia una sfida per ognuno di noi, ogni giorno ci troviamo a dover superare piccoli o grandi imprevisti. Come posso quindi essere d'aiuto a chi mi sta vicino in modo adeguato? Sono molti i quesiti che si possono ricavare quando si parla di educazione, "essere educatori"...

Visto che in questo mio blog ho a lungo parlato delle persone sordomute: quali tecniche o metodi educativi potrebbero essere utilizzati per educare tali persone? Attraverso quali mezzi? Personalmente immagino degli interventi educativi molto legati al concreto, all'utilizzo di materiali creativi che pernettano al giovane-adulto di esprimere se stesso. Con questo primo approcio si può conoscere il mio interlocutore ma poi in che modo proseguire?

Solo una cosa vorrei aggiungere: Prendiamo per mano il nostro educando (bambino,adulto,anziano,tossicodipendente ecc...) e CAMMINIAMO CON LUI!!!!

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